Consigli iniziale parte II

supervinx

Member
13 Gennaio 2021
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Salve!
Non mi sono dissolto nel nulla insieme al flauto. Ho solo studiato senza aver nulla di interessante da dire, se non divertirmi (?) con mezz'ora e più di suoni lunghi al giorno, per rafforzare la memoria muscolare dell'imboccatura.
Approfittando delle temperature, mi sono messo a maniche corte (c'è poco da ridere): tutte le volta che sento un refolo d'aria sulle braccia vuol dire che il flusso si è disperso.
Mi è servito e mi serve come controllo in retroazione negativa...
Ho risolto alcuni problemi dello strumento "tirando" le molle, soprattutto quelle che chiudono le due chiavette più in alto.
Per le lezioni dovrò aspettare e, quindi, proseguo la mia sperimentazione.
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Veniamo ora ai miei problemi, i problemi del quasi terzo mese.
Le note dal Sol al Do prima ottava (cromatismi inclusi) sono diventate enormi. Buon segno.
Fa# e Fa dipendono dalle macchie solari. Se esce il Fa decente esce anche il Mi. Altre note gravi ancora non pervenute.
Sto cercando la mia posizione labiale e, soprattutto, il tipo di sostegno adatto.
Il problema è memorizzare la posizione quando le ottengo, in quanto cambia notevolmente fra il Sol ed il Fa.
Ed intendo che sento moltissima differenza (sarà perché Sol e Fa distano due fori?)...
Sembra che lo strumento abbia un break in quel punto, come il passaggio Do - Re col portavoce nel sax
Cosa simile nella seconda ottava: il Sol risulta molto più squillante del Fa, e sto lavorando per uniformare Fa e Sol seconda ottava.
La seconda ottava va decentemente sino al Do, qualche problema nell'attacco diretto delle note SI-DO (arrivandoci da sotto non ci sono grandi problemi)
Se mi diverto a spingere un po' (la spinta che utilizzo sinora equivale ad un pppp nel sax, ho dovuto imparare ad essere... delicato) esce facilmente anche la terza ottava.
Per ora la tralascio, mi interessa consolidare il resto.
La durata è migliorata, niente più sovraossigenazione, riesco anche a suonare piccole frasi e melodie.

Dopo avervi tediato con questo papiro, ho un paio di curiosità tecniche:
1) nel trillo Re-Mi seconda ottava, ometto, ovviamente il mignolo su RE#? Se inizio dal Re (indice mano sx sollevato), per il resto del trillo l'indice mano sx posso lasciarlo abbassato vero?
2) In un trillo DO#-RE posso usare il DO# lungo (intendo la posizione della prima ottava ma facendo risuonare il secondo armonico)? Non è intonatissimo da solo, ma per un trillo potrebbe andare bene.
3) se ripeto per esercizio il passaggio DO-RE (seconda ottava), ho notato che posso lasciare giù le dita della mano dx senza eccessivo cambio timbrico.

Grazie!
 
Ciao Supervinx, rispondo dicendo subito che, secondo me, dovresti iniziare a suonare utilizzando le posizioni standard. Non ti complicare le cose. Radica buoni fondamentali, poi avrai sempre tempo per sperimentare soluzioni alternative.
Cerco di fugare i tuoi dubbi, punto per punto.
1) I trilli, a seconda degli stili, possono iniziare dalla nota superiore o dalla nota reale (così come possono essere preparati dalla nota inferiore); possono avere o non avere risoluzione. Io inizio il trillo un po' più lentamente per poi velocizzarlo ed eseguo le prime note più lente con le posizioni standard (uno o due passaggi). I primi passaggi mi servono per ascoltare la giusta intonazione che poi cercherò di proseguire nell'esecuzione del trillo con le posizioni alternative. Se inizi a trillare partendo dal re (seconda ottava) non potrai utilizzare il mignolo dx che invece abbasserai sui primi mi, per poi toglierlo del tutto durante la parte centrale del trillo (trillerai con l'anulare destro). A seconda se durante il trillo tieni alzato o abbassato l'indice della mano sinistra, l'intonazione del mi risulterà crescente o calante. Quindi dovrai compensare l'intonazione, attraverso l'insufflazione o l'imboccatura per quello poco che serve (infatti in velocità si notano poco gli scostamenti d'intonazione). Cerca comunque omogeneità timbrica e sonora. Il trillo deve risultare bello e fluido; è un abbellimento. Se risulta brutto, cosa abbellisce?
2) Questo punto mi sembra un po' strano. Immagino che ti riferisca sempre alla seconda ottava. Se tieni la posizione del do# basso, il secondo armonico è sol#; quindi semmai dovrai ottenere il do#4 utilizzando il primo armonico. Ciò è possibile, ma poi per trillare dovrai utilizzare una posizione alternativa anche per il re ossia il primo armonico ottenuto sulla posizione del re basso; trillerai con il mignolo destro sulla chiave del do#. Più semplicemente i flautisti trillano do#-re seconda ottava, utilizzando la posizione standard del do# e servendosi della prima chiavetta a destra della chiave del fa (usano il dito indice per trillare). Quando suoni il do# puoi tenere il flauto più stabile abbassando il mignolo dx (su una delle chiavi alla sua destra) oppure abbassando l'anulare destro sulla chiave del fa# oppure abbassando il mignolo sinistro sulla chiave del sol#.
3) Si, è possibile ridurre il movimento delle dita nel passaggio ripetuto do-re seconda ottava, facendo agire solo le dita della mano sinistra. Parti dalla posizione standard del do, poi passa alla posizione standard del re, poi tieni ferme (abbassate) le dita della mano destra mentre alterni il movimento di indice e medio-anulare sinistri (abbassi l'indice sinistro e contemporaneamente alzi medio e anulare sinistro; abbassi contemporaneamente medio e anulare sinistro mentre alzi l'indice sinistro).
Spero di non aver sbagliato nulla; in caso mi correggerà qualche lettore.
 
Sono talmente abituato alla sperimentazione ed alle "false posizioni" sul sax che non resisto... Avrò già provato non so quante combinazioni, per cercare strane cose microtonali e variazioni timbriche.
I trilli li uso come alternativa alla noia delle note lunghe e tenute, trilli e gruppetti :)
Il trillo in cui non sono stato chiaro, Re-Do#, lo effettuavo con la posizione del Re seconda ottava ed abbassando il mignolo mano dx, indice mano sx (che rimane giù), insomma un Do# lungo. Assume un timbro particolare (forse proibito, sempre meglio averlo nella palette dei colori). Ho usato poco le due chiavette in quanto i tamponi corrispondenti hanno un problema di tenuta, non tornano bene a posto e non è piacevole suonare con uno sfiato. Ora ho tirato le molle e vediamo se migliorano.
 
Allora, ho provato il trillo Do#-Re con la chiavetta ausiliaria. Sicuramente più agevole, fluido, però non mi piace troppo. Partire dal Re, hmmm (strumento a vuoto più chiavetta), sicuramente va bene in velocità. Il mio tende ad essere più instabile, ma ho imparato a tenerlo stabile. È più ricco di armonici, strumento tutto chiuso, ed all'occorrenza, riesco a miscelarci una porzione della fondamentale un'ottava sotto.
Inizio a divertirmi col "povero flauto" :P
 
Sono talmente abituato alla sperimentazione ed alle "false posizioni" sul sax che non resisto... Avrò già provato non so quante combinazioni, per cercare strane cose microtonali e variazioni timbriche.
I trilli li uso come alternativa alla noia delle note lunghe e tenute, trilli e gruppetti :)
Il trillo in cui non sono stato chiaro, Re-Do#, lo effettuavo con la posizione del Re seconda ottava ed abbassando il mignolo mano dx, indice mano sx (che rimane giù), insomma un Do# lungo. Assume un timbro particolare (forse proibito, sempre meglio averlo nella palette dei colori). Ho usato poco le due chiavette in quanto i tamponi corrispondenti hanno un problema di tenuta, non tornano bene a posto e non è piacevole suonare con uno sfiato. Ora ho tirato le molle e vediamo se migliorano.
Attenzione. Se alla posizione standard del re seconda ottava aggiungi il mignolo destro e l'indice sinistro, ottieni un re# sporco, non un do# lungo come lo chiami tu. Se poi da questa posizione trilli con il mignolo destro, ottieni un brutto trillo re-re# e non re-do#. Se vuoi alternare velocemente le note re e do# della seconda ottava, puoi partire dalla posizione del re per poi alzare ed abbassare contemporaneamente il pollice, il medio e l'anulare sinistri (tenendo ferme le dita della mano destra).
 
Ultima modifica:
Allora, ho provato il trillo Do#-Re con la chiavetta ausiliaria. Sicuramente più agevole, fluido, però non mi piace troppo. Partire dal Re, hmmm (strumento a vuoto più chiavetta), sicuramente va bene in velocità. Il mio tende ad essere più instabile, ma ho imparato a tenerlo stabile. È più ricco di armonici, strumento tutto chiuso, ed all'occorrenza, riesco a miscelarci una porzione della fondamentale un'ottava sotto.
Inizio a divertirmi col "povero flauto" :p
Attenzione. Se alla posizione standard del re seconda ottava aggiungi la prima chiavetta (inclinando a sinistra il medio destro senza alzarlo dalla chiave che copre), otterrai un re# sporco. E' praticamente impossibile trillare con queste diteggiature e sicuramente non ottieni l'alternanza do#-re.
 
Attenzione. Se alla posizione standard del re seconda ottava aggiungi la prima chiavetta (inclinando a sinistra il medio destro senza alzarlo dalla chiave che copre), otterrai un re# sporco. E' praticamente impossibile trillare con queste diteggiature e sicuramente non ottieni l'alternanza do#-re.
Il mignolo va sulla chiave del Do#, non su quella del Re#
 
Il mignolo va sulla chiave del Do#, non su quella del Re#
OK.
Allora, se alla diteggiatura del re seconda ottava aggiungi l'indice sinistro e il mignolo destro sulla chiave del do#, non fai altro che riprodurre la diteggiatura del do# basso. Così quando dal re seconda ottava, usando la stessa insufflazione, passi a questa diteggiatura ottieni il primo armonico basato sulla posizione del do# basso e quindi ottieni la nota do#, sostanzialmente intonata ma con timbro diverso. Se trilli con il mignolo, il re risulterà come primo armonico basato sulla diteggiatura del re basso. In pratica stai alternando due armonici; è la soluzione descritta in un mio precedente post.
In rete sono pubblicate sia le diteggiature per le note di tutta l'estensione del flauto che le tavole dei trilli. Ti consiglio di studiarle e di memorizzarle poco alla volta, prima di cercare cose nuove. E questo per due motivi:
1) il cervello deve avere il tempo di memorizzare le posizioni e di associarle alla notazione scritta così da automatizzare i movimenti in fase di lettura,
2) l'orecchio deve abituarsi ad un suono pieno, ben intonato e a fuoco così da formare nella mente l'immagine di un particolare colore che poi si dovrà riprodurre in fase di emissione.
 
Ultima modifica:
ahem urgh salve stavo leggendo i commenti e anche io mi ero accorto dello «scalino» di potenza tra Sol e Fa, quindi chiedo al Prof = Prof, sai che se suono il Fa sia in 1ª che in 2ª ottava SENZA USARE IL MIGNOLO SIN. la nota Fa diventa più muscolosa senza stonare? dimmi x fav se ho le traveggole, ma più la suono così e più sento che come sonorità quel Fa suonato così si avvicina al Sol.... attendo sentenza ... 👏🙌🤚
 
Fa.jpg
 
Devo dire che fate domande creative che mi danno qualche difficoltà a rispondere, soprattutto perché a distanza è difficile intendersi.
Sicuramente fra il sol e il fa c'è uno scalino, ma quando si è omogeneizzato il suono non è più distinguibile agevolmente. Ricordo di aver avuto problemi di omogeneità timbrica anche fra sol e fa# basso (il fa# meno rotondo e più debole).
Non comprendo bene ciò che scrive Leo. Nella diteggiatura del fa non si usa l'anulare destro. Al limite è il mignolo destro che può poggiarsi o meno sulla chiave del re#. Non noto una grande differenza fra la diteggiatura con mignolo alzato o abbassato. Per ascoltare meglio la differenza suonate il fa e senza smettere di soffiare, avendo lo stesso grado di insufflazione, alzate e abbassate il mignolo ripetutamente. A me sembra che la differenza sia in un piccolissimo scostamento di intonazione (il fa con il mignolo destro abbassato un pochino più alto). Il timbro è essenzialmente identico.
Se alla posizione del fa, aggiungiamo l'anulare destro, otteniamo una posizione a forchetta simile a quella utilizzata sul flauto dolce barocco. In questo caso, la diteggiatura con anulare è vistosamente calante rispetto alla posizione standard e ha un timbro diverso (meno aperto).
Invece parlando del fa#, dove è utilizzato l'anulare destro, la diteggiatura con mignolo destro sulla chiave del re# mi sembra leggermente crescente rispetto a quella senza mignolo. Il fa# può anche essere prodotto con il medio destro in sostituzione dell'anulare destro (indipendentemente dall'uso del mignolo destro). In questo caso la diteggiatura produce un suono leggermente calante. In genere questa posizione viene utilizzata in terza ottava quando v'è necessità di contenere l'innalzamento d'intonazione.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
In genere non pongo grande attenzione a queste questioni e quindi potrei aver sbagliato qualcosa. Lascio quindi ai lettori più esperti la facoltà di correggermi.
 
Ultima modifica:
mignolo sin abbassato e ANULARE ALZATO
Cioè? Intendi entrambe le dita (mignolo e anulare) della mano sinistra?
Se tieni tutte le dita della mano sinistra abbassate ad esclusione dell'anulare esce un la (benché tu apra la chiave del sol# e/o abbassi l'indice della mano destra sulla chiave del fa).
 
rispondo: ===>
sì è vero avevo sbagliato a spiegarmi, ma ora ci riprovo... dunque, avevo visto Galway che quando in qualche brano faceva il Fa (sia in 1ª che in 2ª ottava) teneva sollevato il mignolo sin. e non essendo convinto di avere osservato bene ho rivisto il video e - toh - mi sono accorto che VERAMENTE alzava il mignolo sinistro, quando suonava il Fa qundi mi sono detto «perchè non provare...?» e mi pare (mi PARE EH, ...:unsure:) che effettivamente il Fa venga fuori più marcato (sensazione indotta? non saprei dire...)
E visto che ci sono provo a scocciare ancora di ++++ :) avevo seguito il discorso di S-Vinx sul Do#, e ho voluto cimentarmi a provare a trillare Do#-Re-Do#-Re ed effetivamente come dici tu Prof si trilla correttamente solo nel modo descritto da te █ Attenzione. Se alla posizione standard del re seconda ottava aggiungi il mignolo destro e l'indice sinistro, ottieni un re# sporco, non un do# lungo come lo chiami tu. Se poi da questa posizione trilli con il mignolo destro, ottieni un brutto trillo re-re# e non re-do#. Se vuoi alternare velocemente le note re e do# della seconda ottava, puoi partire dalla posizione del re per poi alzare ed abbassare contemporaneamente il pollice, il medio e l'anulare sinistri (tenendo ferme le dita della mano destra).█ .... però l'ulteriore chiarimento che vorrei è questo: si può SUONARE NORMALMENTE (quindi senza pensare al trillo) in 3ª ottava Do# e poi Re usando mignolo sin. + anulare sin + medio sin..????? p.es. in questa frase della Méditation di Massenet a me pare che venga bene così, però chiedo conferma a chi ne sa più di me :unsure::unsure::unsure:

THAIS.jpg
 
rispondo: ===>
sì è vero avevo sbagliato a spiegarmi, ma ora ci riprovo... dunque, avevo visto Galway che quando in qualche brano faceva il Fa (sia in 1ª che in 2ª ottava) teneva sollevato il mignolo sin. e non essendo convinto di avere osservato bene ho rivisto il video e - toh - mi sono accorto che VERAMENTE alzava il mignolo sinistro, quando suonava il Fa qundi mi sono detto «perchè non provare...?» e mi pare (mi PARE EH, ...:unsure:) che effettivamente il Fa venga fuori più marcato (sensazione indotta? non saprei dire...)
E visto che ci sono provo a scocciare ancora di ++++ :) avevo seguito il discorso di S-Vinx sul Do#, e ho voluto cimentarmi a provare a trillare Do#-Re-Do#-Re ed effetivamente come dici tu Prof si trilla correttamente solo nel modo descritto da te █ Attenzione. Se alla posizione standard del re seconda ottava aggiungi il mignolo destro e l'indice sinistro, ottieni un re# sporco, non un do# lungo come lo chiami tu. Se poi da questa posizione trilli con il mignolo destro, ottieni un brutto trillo re-re# e non re-do#. Se vuoi alternare velocemente le note re e do# della seconda ottava, puoi partire dalla posizione del re per poi alzare ed abbassare contemporaneamente il pollice, il medio e l'anulare sinistri (tenendo ferme le dita della mano destra).█ .... però l'ulteriore chiarimento che vorrei è questo: si può SUONARE NORMALMENTE (quindi senza pensare al trillo) in 3ª ottava Do# e poi Re usando mignolo sin. + anulare sin + medio sin..????? p.es. in questa frase della Méditation di Massenet a me pare che venga bene così, però chiedo conferma a chi ne sa più di me :unsure::unsure::unsure:

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Sono curioso, puoi postare il link del video in cui si vede Galway con il mignolo sinistro alzato?
Forse sono duro di comprendonio, ma non riesco ancora a capirti. Forse c'è un po' di confusione fra destra e sinistra. Per caso, sei mancino? Come imbracci il flauto?
In genere, il flauto si tiene come nella figura.

images.jpeg


In questa posizione del flauto, sinistra è sul lato dove c'è la testata e destra dove c'è il trombino. Perciò, in questo caso, il mignolo sinistro agisce sulla chiave del sol#.

Unknown.jpeg


Non capisco i tuoi disegni. Se, come hai descritto, usi solo medio, anulare e mignolo sinistri, produci un do# calante.
Il passaggio si-do#-re (battuta 2) del passo di Massenet che hai postato è agevole, anche perché l'andamento del brano è lento e consente di passare da una diteggiatura all'altra senza fretta. Perché complicarsi la vita? Semplicemente usa il pollice e l'indice della mano sinistra per il si, solleva queste due dita per il do# e abbassa pollice, medio e anulare sempre della mano sinistra per il re. Puoi tenere fermo il flauto con l'anulare destro abbassato (questo dito sarà già posizionato per il re della battuta successiva).
Qui hai tutte le posizioni standard che normalmente si usano (in rosso le dita che si abbassano sulle chiavi).

06a9b0199fbc930f4b9462b82b1973d0.png
 
Ultima modifica:
eh Nick grazie per le tavole ma ..... :(ma il Do# mi viene di solito CRESCENTE ed è per quello che ci aggiungerei le altre dita, proprio per falro calare un po' senza soffiare di meno.... non è che per caso dipende dallo strumento...? avevo letto sul Trevor Wye che su alcuni strumenti il Do# si corregge meglio usando dita aggiuntive.... e circa il Fa naturale, appena trovo quel video lo posto ma avendo sempre paura di dire K@33ate ho rotto l'anima al m° Alberto Barletta (RAI Torino) prostrandomi carponi e chiedendo il fatto del Fa senza l'anulare sinistro === risposta "sì sì spesso viene più timbrato senza anulare sinistro" ..... ma a questo punto penso che sia per colpa [o a causa] dello strumento che ho... per Massenet hai ragione tu (come sempre) e forse mi ero complicato inutilmente la vita :unsure:😰... grazie cmq
 
MA PERCHÉ SBAGLIO A INDICARE LE DITA o_Oo_Oo_O ... ??? VOLEVO DIRE IL Fa NATURALE SENZA L'USO DEL MIGNOLO E INVECE HO SCRITTO ANULARE ...:devilish: ...!!!
 
eh Nick grazie per le tavole ma ..... :(ma il Do# mi viene di solito CRESCENTE ed è per quello che ci aggiungerei le altre dita, proprio per falro calare un po' senza soffiare di meno.... non è che per caso dipende dallo strumento...? avevo letto sul Trevor Wye che su alcuni strumenti il Do# si corregge meglio usando dita aggiuntive.... e circa il Fa naturale, appena trovo quel video lo posto ma avendo sempre paura di dire K@33ate ho rotto l'anima al m° Alberto Barletta (RAI Torino) prostrandomi carponi e chiedendo il fatto del Fa senza l'anulare sinistro === risposta "sì sì spesso viene più timbrato senza anulare sinistro" ..... ma a questo punto penso che sia per colpa [o a causa] dello strumento che ho... per Massenet hai ragione tu (come sempre) e forse mi ero complicato inutilmente la vita :unsure:😰... grazie cmq
Si, il do# seconda ottava è generalmente crescente. Cerca di correggere l'intonazione inclinando il soffio piuttosto che usare altri espedienti. Chiudere qualche chiave per abbassare l'intonazione del do# è una buona idea, ma chiudi i fori della mano destra non quelli della sinistra, anulare (e volendo medio). Come ti dicevo nel post precedente in questo modo sei agevolato a tenere fermo il flauto e nel passo di Massenet ti trovi già con alcune dita posizionate per il re della battuta 3.
 
sto rileggendo molto spesso consigli + tips & tricks di Nicola per i problemi incontrati da SuperVinx e vorrei aggiungere qualcosa ai commenti di questa pagina:

1 - sulla sonorità diversa del Sol e del Fa 2ª... è vero. ho notato anche io quella discrepanza ma mi sono abituato a suonare il Fa senza mignolo destro e mi viene più timbrato e quindi più omogeneo rispetto al Sol che segue, l'avevo notato e scritto prima e lo confermo: non so se questo vale per tutti i flauti o per il mio tipo di strumento (che è a tastiera aperta, NON DISCENDE AL Si, NON HA Mi snodato, É COL Sol IL LINEA e vivaddio non mi crea nessun problema per fare sia il Mi 3ª che il Do 5ª e anche Do# 5ª , benchè convengo che si tratta di note non proprio bellissime per loro natura) .

2 - circa il trillo Do#/Re 2ª, per non compromettere la stabilità dello strumento anche io trillo con pollice+medio+anulare sinistro tenendo ferme te 3 dita destre sui rispettivi tasti, e data la naturale tendenza a crescere del Do# 2ª l'intonazione non mi pare che ne risenta, anzi.... forse va anche meglio, come avevo già scritto prima.
In velocità poi il trillo Re/Do# 4ª mi viene pure bene usando anulare+medio destri mentre tengo la posizione del re 4ª.

3 - mi sono avvicinato al flauto arrivando da altri strumenti (suono da 40 anni... ma altro), e devo dire che tutte le imperfezioni ereditarie del flauto traverso (dal Mi non pulitissimo, al Do# che cresce, al Fa# 3ª che non è proprio rigoroso fino alla disparità timbrica tra diverse note e al prtoblema dei gravi) all'inizio mi avevano lasciato MOLTO PERPLESSO, ma ora mi sto abituando lentamente a «domare» i suoni .... non è affatto facile, specialmente agli estremi della gamma, ma come dice Trevor Wye la bellezza dell'emissione la si scopre imparando a fare la gamma dei suoni da YELLOW a PURPLE .... il fatto poi che il flauto traverso sia povero di armonici (si pensi a quanti ne ha il fagotto, oppure l'oboe... per non citarne altri) rende a mio avviso indispensabile la ricerca del giusto timbro, com mia grande disperazione seguita da soddisfazione quando riesco... e mi sento sempre debitore nei confronti di Nicola, che è sempre prodigo di suggerimenti e indicazioni.....
 
sto rileggendo molto spesso consigli + tips & tricks di Nicola per i problemi incontrati da SuperVinx e vorrei aggiungere qualcosa ai commenti di questa pagina:

1 - sulla sonorità diversa del Sol e del Fa 2ª... è vero. ho notato anche io quella discrepanza ma mi sono abituato a suonare il Fa senza mignolo destro e mi viene più timbrato e quindi più omogeneo rispetto al Sol che segue, l'avevo notato e scritto prima e lo confermo: non so se questo vale per tutti i flauti o per il mio tipo di strumento (che è a tastiera aperta, NON DISCENDE AL Si, NON HA Mi snodato, É COL Sol IL LINEA e vivaddio non mi crea nessun problema per fare sia il Mi 3ª che il Do 5ª e anche Do# 5ª , benchè convengo che si tratta di note non proprio bellissime per loro natura) .

2 - circa il trillo Do#/Re 2ª, per non compromettere la stabilità dello strumento anche io trillo con pollice+medio+anulare sinistro tenendo ferme te 3 dita destre sui rispettivi tasti, e data la naturale tendenza a crescere del Do# 2ª l'intonazione non mi pare che ne risenta, anzi.... forse va anche meglio, come avevo già scritto prima.
In velocità poi il trillo Re/Do# 4ª mi viene pure bene usando anulare+medio destri mentre tengo la posizione del re 4ª.

3 - mi sono avvicinato al flauto arrivando da altri strumenti (suono da 40 anni... ma altro), e devo dire che tutte le imperfezioni ereditarie del flauto traverso (dal Mi non pulitissimo, al Do# che cresce, al Fa# 3ª che non è proprio rigoroso fino alla disparità timbrica tra diverse note e al prtoblema dei gravi) all'inizio mi avevano lasciato MOLTO PERPLESSO, ma ora mi sto abituando lentamente a «domare» i suoni .... non è affatto facile, specialmente agli estremi della gamma, ma come dice Trevor Wye la bellezza dell'emissione la si scopre imparando a fare la gamma dei suoni da YELLOW a PURPLE .... il fatto poi che il flauto traverso sia povero di armonici (si pensi a quanti ne ha il fagotto, oppure l'oboe... per non citarne altri) rende a mio avviso indispensabile la ricerca del giusto timbro, com mia grande disperazione seguita da soddisfazione quando riesco... e mi sento sempre debitore nei confronti di Nicola, che è sempre prodigo di suggerimenti e indicazioni.....
I vostri post mi incuriosiscono piacevolmente e mi spingono a rispondere, se pur con qualche difficoltà. Iniziamo chiarendo che convenzionalmente in Italia chiamiamo Do3 il Do centrale, il primo suono basso del flauto per intenderci. Di conseguenza, quelli via via più acuti, sono il Do4 (quello scritto sul terzo spazio del rigo con chiave di violino), il Do5 (quello scritto con un taglio in testa ed uno in gola sopra detto rigo) e il Do6 (quello con cinque tagli in gola sopra il rigo). Se ragioniamo in termini di ottave complete, la prima ottava sul flauto va dal Do3 al Do4, la seconda ottava dal Do4 al Do5 e la terza ottava va dal Do5 al Do6. Pertanto il DO5ª non esiste perchè il flauto non ha cinque ottave (forse intendevi Do5), così come il trillo Re/Do 4ª ottava è impossibile. Credo allora che quando parli di trillo Re/Do# 4ª intendi quello fra le note Re5 e Do#5, ma in questo caso il risultato della diteggiatura che indichi (ossia quella del Re5 a cui si aggiungono e si tolgono velocemente le dita medio e anulare della mano destra) è brutto perchè il Do# risulta molto calante. Per un effetto migliore si impiega la posizione del Do#5 e si trilla con la prima chiavetta sulla destra (quella indicata con A nella figura seguente
1625587374092.png
). Naturalmente, se vuoi iniziare il trillo dal Re5, prima suoni questa nota usando la sua diteggiatura standard poi passi alla diteggiatura del Do#5 e poi trilli con la chiavetta di cui ho detto.
Mamma mia, come è difficile spiegarsi a distanza!
A mio parere, per costruire omogeneità fra i suoni è necessario partire dalle posizioni standard e correggere le differenze gestendo imboccatura e respirazione. Uno dei motivi per cui consiglio di prendere lezioni è proprio perchè il maestro fa sentire il suono giusto cosicché l'allievo può riferirsi a un metro di paragone a cui tendere.
L'omogeneità si costruisce con lo studio giornaliero e se proprio devo semplificare, per darvi qualche dritta, tenete a mente e provate queste 4 cose in ordine di priorità:
1) direzionate bene il soffio (che deve colpire l'ugnatura), perciò usate la mandibola per angolare il soffio (mandibola in avanti=soffio più alto; mandibola arretrata=soffio più basso;
2) tenete sempre abbastanza alta la velocità del soffio, perciò tenete le labbra sostanzialmente chiuse (benché morbide) e sostenete, soffiando con energia;
3) chiudete bene i fori con le dita (allenatevi muovendole lentamente);
4) tenete fermo il flauto, perciò evitate tutti i movimenti inutili e muovete le dita tenendole vicine alla tastiera (non date colpi sulle chiavi).
Il suono pieno (quello che gli inglesi chiamano full tone) più facilmente si ottiene con una direzione bassa del soffio, ampliando la cavità interna della bocca (alzando il palato molle) ed usando un'insufflazione energica. I rapporti fra i suoni devono essere giusti e quindi si dovrà correggere l'intonazione. Perciò quando un suono è calante o crescente rispetto ad un altro abituatevi a correggere, usando imboccatura e respirazione secondo il bisogno.
 
Ultima modifica:
Grazie Nic, circa la nomenclatura delle note mi riferivo alle ottave del flauto, quindi Do1 = Do grave, Do 2 = centrale, Do3 = il 3° (appunto ....) ecc., ma ci siamo capiti benissimo... per quel trillo Re 3ª ottava/Do# - invece - a me con la chiavetta A dello schema suona male (poco preciso e poco sonoro) ma forse è colpa mia, ed è per quello dicevo che uso la posizione standard del 3° Re e poi apro e chiudo anulare+medio sin. , ovviamente tenendo ben fermo il flauto, .... mi pare (MI PARE EH...) che così facendo il Do# che ne esce non sia tanto male (dice il tuner...), mi viene forse meno aggressivo ma non calante.... un po' come il Fa# 3ª ottava fatto col medio) però probabilmente dovrei perdere questa abitudine contratta nel tempo studiando il sistema che indichi tu ( = chiavetta A).

Circa l'omogeneità e il full-tone, ho scoperto da un po' che per fare i gravi timbrati (Si, Do, Do#, Re, Mib) tenere le labbra a foro piccolo quasi chiuse e morbide aiuta molto usando anche la direzione bassa del soffio senza tirare a sorriso le labbra come invece facevo all'inizio, ma ti confesso che la strada è tutta in salita e ancora sento diversità di intensità nell'emissione di queste "dannate" note rispetto alle altre , ... mi sto allenando da oltre 2 mesi solo sui gravi proprio per raggiungere questo risultato... ancora lontano nonostante le prove varie... sigh...!!!..

circa il palato molle, non so proprio come si alza, e qualche insegnante suggerisce di cantare la stessa nota mentre si suona oppure di cambiare vocale (A, U ecc.) mentre si soffia, .... devo capire bene cosa si intende col cambio di vocale (perchè il movimento delle labbra per fare A E U ecc. può alterare troppo il colore) .... vedremo cosa riesco a fare con i tuoi TIPS & TRICKS, ciao
 
Grazie Nic, circa la nomenclatura delle note mi riferivo alle ottave del flauto, quindi Do1 = Do grave, Do 2 = centrale, Do3 = il 3° (appunto ....) ecc., ma ci siamo capiti benissimo... per quel trillo Re 3ª ottava/Do# - invece - a me con la chiavetta A dello schema suona male (poco preciso e poco sonoro) ma forse è colpa mia, ed è per quello dicevo che uso la posizione standard del 3° Re e poi apro e chiudo anulare+medio sin. , ovviamente tenendo ben fermo il flauto, .... mi pare (MI PARE EH...) che così facendo il Do# che ne esce non sia tanto male (dice il tuner...), mi viene forse meno aggressivo ma non calante.... un po' come il Fa# 3ª ottava fatto col medio) però probabilmente dovrei perdere questa abitudine contratta nel tempo studiando il sistema che indichi tu ( = chiavetta A).

Circa l'omogeneità e il full-tone, ho scoperto da un po' che per fare i gravi timbrati (Si, Do, Do#, Re, Mib) tenere le labbra a foro piccolo quasi chiuse e morbide aiuta molto usando anche la direzione bassa del soffio senza tirare a sorriso le labbra come invece facevo all'inizio, ma ti confesso che la strada è tutta in salita e ancora sento diversità di intensità nell'emissione di queste "dannate" note rispetto alle altre , ... mi sto allenando da oltre 2 mesi solo sui gravi proprio per raggiungere questo risultato... ancora lontano nonostante le prove varie... sigh...!!!..

circa il palato molle, non so proprio come si alza, e qualche insegnante suggerisce di cantare la stessa nota mentre si suona oppure di cambiare vocale (A, U ecc.) mentre si soffia, .... devo capire bene cosa si intende col cambio di vocale (perchè il movimento delle labbra per fare A E U ecc. può alterare troppo il colore) .... vedremo cosa riesco a fare con i tuoi TIPS & TRICKS, ciao
Cerchiamo di intenderci. Se una cosa funziona non ha senso evitare di farla per il semplice fatto che c'è un "divieto". Cercate e usate sempre ciò che per voi va bene, ma dovete essere sicuri che quello che fate sia giusto. Se dunque, la tua diteggiatura con medio e anulare dà un buon risultato musicale non c'è motivo di evitarla perché qualcuno ti dice di farlo. Tuttavia, considera che per logica dovremmo adottare le soluzioni più semplici e meno faticose. Tieni presente che con la tua diteggiatura si muovono due dita, mentre con la diteggiatura standard se ne muove una sola.
A volte, su certi flauti, l'uso della chiavetta A (mi riferisco sempre al disegno del post precedente) non dà un re giusto (ma un suono troppo calante o timbricamente troppo distante dalla nota reale) e in questo caso può essere una soluzione sostituirla con la chiavetta B (che invece dovrebbe produrre un re#) o addirittura si usano entrambe le chiavette A e B insieme. Bisogna fidarsi dell'orecchio e considerare la situazione musicale in cui si deve produrre il trillo; infatti, se il trillo è stretto e veloce, non si notano troppo le differenze di intonazione/timbro, ma se è più lento i problemi divengono evidenti.
Per quanto riguarda le note estreme sul flauto, è nota a tutti la difficoltà di esecuzione. Il miglioramento della sonorità cammina di pari passo con la costruzione di un'imboccatura/respirazione efficiente. Come ho detto, il mio consiglio è quello di concentrare l'attenzione sull'angolazione del soffio. Per ogni nota e per ogni dinamica dobbiamo aver presente quale direzione dare all'aria, quanta aria soffiare e a quale velocità; per cui è necessario avere per ogni situazione un'idea chiara di come dev'essere la posizione delle labbra e della mandibola, di come dobbiamo soffiare in quel frangente.
Per quanto riguarda l'innalzamento del palato molle, puoi pensare, mentre soffi, di sbadigliare a bocca chiusa oppure di tenere qualcosa in bocca. In pratica, si cerca di ampliare la cavità interna della bocca per fare in modo che la maggiore risonanza interna amplifichi e arricchisca il suono. Arretrare la mandibola o tenere gli angoli delle labbra in giù, può aiutare ad abbassare la posizione della lingua ed alzare il palato molle (abbassare la laringe ed aprire la gola). Anche i consigli dati dal tuo maestro sono corretti. Tieni presente che quando si suona non c'è una reale pronuncia di una vocale o di una sillaba. L'idea di dette azioni serve solo a predisporre una determinata posizione della lingua o della cavità interna della bocca, ma ciò non deve impattare negativamente sull'imboccatura o sull'insufflazione (ci dev'essere un'indipendenza tra i movimenti interni ed esterni alla bocca). Se non cambi troppo la posizione dell'imboccatura e non vari eccessivamente il grado e la qualità dell'espirazione, il suono non dovrebbe sporcarsi, mutare eccessivamente o perdere l'intonazione; cambia solo leggermente il timbro.
 
Many thanks Nick.... tutto chiaro come il 🌞sole..... sia per l'abbassamento della laringe che per la pronuncia «fittizia» delle vocali...(y)