Suonare con espressione

Paolo

Member
15 Agosto 2019
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Quante volte ho sentito i maestri dire durante la lezione : "devi suonare con più espressione".
Ma si riesce a definire meglio il concetto di "epsressione"? Detto così sembra un'idea vaga ed inesprimibile.
Esistono dei paletti, oppure c'è un limite oggettivamente oltre il quale non ci si può spingere?
 

Macbeth

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20 Luglio 2019
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Bella domanda!
Mi viene sicuramente più semplice descrivere come suonare SENZA espressione: mettere in mostra abilità tecnica, esposizione corretta e calibrata del percorso formale del brano. Il mio maestro mi diceva : "hai eseguito questo brano da bravo scolaretto", cioè tecnicamente valido. Però mancava al brano quella misteriosa aura che per l'appunto può arrivare da un'esecuzione espressiva.
E questa misteriosa aura può essere data solo da suono. Quindi distinguerei proprio tra la materia muta ed inerte (la scrittura musicale) e tutte le potenzialità e vitalità date dalla materia sonora. Tutta quella gamma di caratteristiche (anche peculiari specifiche del flauto) come intensità, volume, colore, vibrato ecc. ovviamente indipendenti dalle indicazioni programmatiche scritte sulla partitura, di pertinenza invece del compositore.
 

yr_great

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14 Agosto 2019
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Esistono dei paletti, oppure c'è un limite oggettivamente oltre il quale non ci si può spingere?

a proposito di "paletti" credo che l'unico modo per affrontare in modo oggettivo la questione, sia un approccio analitico.
Le valutazioni che dovrebbero ispirare l'esecutore sono di tre ordini:
1) scientifico: ovvero l'analisi dei suoni, nel loro ordine di successione e la loro collocazione spazio/temporale. Spazio: altezze ed intervalli (statici o dinamici in base al loro grado di consonanza).
2) naturalistico: cercare di prendere a modello i fenomeni della natura come modello per un orientamento estetico condivisibile. Per esempio il tempo che passa, alternanza delle stagioni, giorno e notte, freddo e caldo etc..! Inoltre un suono, lungo o breve che sia, isolato nel suo corpo deve avere tutti gli elementi che ne tracciano un "destino" che come per tutto ciò che è in natura, è quell'iter che corrisponde ai tre momenti cruciali: nascita/crescita/morte.
Se invece questo suono è correlato assieme ad altri va a costituire una frase. Quindi il gioco diventa più complicato perchè entrando in campo altre relazioni bisogna curarsi di equilibrare i pesi e i volumi fino ad ottenere un tutto organico proprio come in natura.
3) intuitivo: perchè per quanto scientifico possa essere l'approccio, c'è sempre la componente umana intuitiva che è il punto di partenza dell'espressività.
 
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Paolo

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15 Agosto 2019
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Non mi è molto chiaro cosa intendi nel punto "scientifico". Cioè che espressione si può avere nella successione e collocazione spazio/temporale dei suoni?
 

yr_great

Member
14 Agosto 2019
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Intendo dire che i suoni si percepiscono in maniera diversa a seconda del loro grado di consonanza. Il gusto muta a seconda dei sistemi di scrittura: tonale, modale, seriale, spettrale e altro ancora. Se si provasse a collegare qualsiasi suono (usandolo come pedale) con tutti gli altri undici della scala cromatica, ci si troverebbe di fronte ad una serie di intenzionalità espressive molto diversificate fra loro e, di volta in volta, a seconda della qualità dell'intervallo eseguito, si avvertirebbe la necessità di adeguare intensità, volume , colore , vibrato del suono. Ciò indipendentemente dalle indicazioni sulla partitura che rimangono di pertinenza del compositore.
 

Nicola

Well-known member
26 Gennaio 2021
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Ogni composizione appartiene ad un'epoca storica ed è caratterizzata da una determinata struttura. L'interprete quindi deve rendere evidente lo stile e la logica interna del brano. Volendo semplificare e rimanendo nell'ambito della tradizionale musica tonale, l'espressività può essere condotta attraverso:
1) l'andamento (le velocità praticate),
2) la dinamica,
3) l'articolazione,
4) l'accentazione ed il modo di gestire gli attacchi,
5) la cantabilità e la direzionalità melodica,
6) il vibrato,
7) il legato,
8) i cambi di timbro,
9) la gestione delle relazioni fra le sezioni,
10) il rubato,
11) la gestione dei respiri musicali ed il modo di gestire le pause,
12) il modo di accelerare, rallentare, ritenere, sospendere, condurre alle chiuse e di risolvere le cadenze,
13) il modo di intensificare verso il culmine melodico o dinamico, così come il modo di risolvere le tensioni,
eccetera, eccetera.
Naturalmente le basi per una buona interpretazione musicale sono la precisione ritmica e dell'intonazione (il suono intonato e ben timbrato risulta più espressivo). Nella musica d'insieme inoltre è importante il giusto rapporto di sonorità fra le parti a seconda delle situazioni specifiche (parte principale o di accompagnamento). In definitiva appare espressiva l'esecuzione elegante che restituisce bellezza, dove il suono vibra e si amalgama nel contesto armonico.
Pongo l'attenzione sul fatto che il principiante suona nota per nota, mentre il musicista ragiona per raggruppamenti di note (frasi, periodi, sezioni). L'esecuzione dovrebbe essere fluida e non spezzettata. Per dare un'idea, si pensi al linguaggio. Se parlando ci soffermassimo o evidenziassimo ogni parola, appariremo ridicoli e meccanici. Il senso invece, viene espresso dalla frase intera, conducendo con fluidità le parole. A seconda di come posizioniamo gli accenti (solo in alcuni punti), diamo un taglio particolare al significato di quello che stiamo dicendo. Ad esempio, nella frase "Io ti amo", se poniamo l'accento e ci soffermiamo leggermente sulla parola Io, evidenziamo il fatto che siamo noi ad amare; se invece poniamo l'accento sulla parola ti, evidenziamo che amiamo proprio te; se l'accento è sulla parola amo, stiamo evidenziando il carattere del nostro agire, cioè sul fatto che amiamo.
Il principiante tende a suonare come se fosse solo, concentrato sul suo suono e svincolato dalla musica intorno a lui. Un musicista invece si rapporta al suono complessivo che è nell'aria, ascolta ciò che gli risuona intorno e gestisce la sua conduzione musicale (velocità, intonazione, dinamica) in rapporto a quella degli altri musicisti che stanno suonando con lui.
Avrete sentito dire: questa esecuzione è accademica. Si può cioè essere intonati e corretti nella scansione ritmica, ma assolutamente meccanici e privi di espressione. Non basta quindi suonare a tempo e con le giuste altezze. Per essere espressivi è necessario vivificare la musica attraverso tutti quegli elementi che ho indicato sopra; restituire il carattere del brano.
Spero di non essere stato banale e di aver risposto alla domanda iniziale di Paolo. Per quanto riguarda i "paletti" da non superare, va considerato che nulla deve essere esagerato altrimenti si risulta sguaiati, brutti e non musicali. Tutto ciò che appare fuori stile va evitato.
Forse questo video può chiarire ancor più le idee
 
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