Ogni composizione appartiene ad un'epoca storica ed è caratterizzata da una determinata struttura. L'interprete quindi deve rendere evidente lo stile e la logica interna del brano. Volendo semplificare e rimanendo nell'ambito della tradizionale musica tonale, l'espressività può essere condotta attraverso:
1) l'andamento (le velocità praticate),
2) la dinamica,
3) l'articolazione,
4) l'accentazione ed il modo di gestire gli attacchi,
5) la cantabilità e la direzionalità melodica,
6) il vibrato,
7) il legato,
8) i cambi di timbro,
9) la gestione delle relazioni fra le sezioni,
10) il rubato,
11) la gestione dei respiri musicali ed il modo di gestire le pause,
12) il modo di accelerare, rallentare, ritenere, sospendere, condurre alle chiuse e di risolvere le cadenze,
13) il modo di intensificare verso il culmine melodico o dinamico, così come il modo di risolvere le tensioni,
eccetera, eccetera.
Naturalmente le basi per una buona interpretazione musicale sono la precisione ritmica e dell'intonazione (il suono intonato e ben timbrato risulta più espressivo). Nella musica d'insieme inoltre è importante il giusto rapporto di sonorità fra le parti a seconda delle situazioni specifiche (parte principale o di accompagnamento). In definitiva appare espressiva l'esecuzione elegante che restituisce bellezza, dove il suono vibra e si amalgama nel contesto armonico.
Pongo l'attenzione sul fatto che il principiante suona nota per nota, mentre il musicista ragiona per raggruppamenti di note (frasi, periodi, sezioni). L'esecuzione dovrebbe essere fluida e non spezzettata. Per dare un'idea, si pensi al linguaggio. Se parlando ci soffermassimo o evidenziassimo ogni parola, appariremo ridicoli e meccanici. Il senso invece, viene espresso dalla frase intera, conducendo con fluidità le parole. A seconda di come posizioniamo gli accenti (solo in alcuni punti), diamo un taglio particolare al significato di quello che stiamo dicendo. Ad esempio, nella frase "Io ti amo", se poniamo l'accento e ci soffermiamo leggermente sulla parola Io, evidenziamo il fatto che siamo noi ad amare; se invece poniamo l'accento sulla parola ti, evidenziamo che amiamo proprio te; se l'accento è sulla parola amo, stiamo evidenziando il carattere del nostro agire, cioè sul fatto che amiamo.
Il principiante tende a suonare come se fosse solo, concentrato sul suo suono e svincolato dalla musica intorno a lui. Un musicista invece si rapporta al suono complessivo che è nell'aria, ascolta ciò che gli risuona intorno e gestisce la sua conduzione musicale (velocità, intonazione, dinamica) in rapporto a quella degli altri musicisti che stanno suonando con lui.
Avrete sentito dire: questa esecuzione è accademica. Si può cioè essere intonati e corretti nella scansione ritmica, ma assolutamente meccanici e privi di espressione. Non basta quindi suonare a tempo e con le giuste altezze. Per essere espressivi è necessario vivificare la musica attraverso tutti quegli elementi che ho indicato sopra; restituire il carattere del brano.
Spero di non essere stato banale e di aver risposto alla domanda iniziale di Paolo. Per quanto riguarda i "paletti" da non superare, va considerato che nulla deve essere esagerato altrimenti si risulta sguaiati, brutti e non musicali. Tutto ciò che appare fuori stile va evitato.
Forse questo video può chiarire ancor più le idee