Non sono un tecnico e spero di non dire cavolate; se sbaglio, correggetemi.
Nel flauto il suono non è dato dalla vibrazione dello strumento, bensì dalla vibrazione della colonna d'aria contenuta in esso. Normalmente le molecole dell'aria (come quelle di qualunque altro gas) sono in costante movimento casuale e si scontrano fra loro. Quando soffiamo nel flauto, aumentiamo la perturbazione dell'aria contenuta nello strumento (determiniamo una variazione dello stato di "quiete"). Il soffio va ad eccitare le molecole d'aria più vicine all'imboccatura che si scontrano con le molecole a loro più prossime imprimendo una spinta; poi rimbalzano all'indietro. A loro volta le molecole che sono state spinte, si scontrano con lo strato d'aria ad esse più vicino, imprimono forza e rimbalzano all'indietro. Questo meccanismo si ripete lungo tutto il tubo del flauto, determinando zone di condensazione (dove le molecole d'aria sono più ravvicinate e dove la pressione è maggiore) e zone di rarefazione (dove le molecole d'aria sono più distanziate e dove la pressione è minore). L'onda sonora non determina spostamento di materia, ma di energia. E' proprio l'alternanza di zone di condensazione e di rarefazione che esprime lo spostamento di energia. Il suono è dato da questa variazione di pressione. Più l'onda sonora è veloce (la lunghezza d'onda minore, la frequenza maggiore) e più il suono è acuto. Se l'aria viene scaldata, aumenta l'energia cinetica delle sue particelle e queste si urtano più facilmente e più violentemente. Di conseguenza, la velocità dell'onda sonora sarà maggiore e quindi il suono più acuto.