Metodi per iniziare

Kim

Member
5 Novembre 2022
7
0
Ciao!
Ho cercato nel forum se c'era qualche discussione in proposito ma non ho trovato molto, per cui:
Quale metodo utilizzate per insegnare a suonare il flauto ad un allievo che non ne ha visto mai uno da vicino? Grazie
 

Rampal

Active member
4 Luglio 2019
36
0
È una domanda che sembra facile. Ma in realtà dipende anche dall'età dell'alunno, da com'è strutturato l'orario e che scuola di musica frequenta (scuola media indirizzo musicale, primo anno liceo musicale come secondo strumento, oppure è un bambino di 7 anni?).
Insegno da più di un paio di decadi, ed ho sempre cambiato metodo e modo di approciarmi all'alunno.
Penso sia valido qualsiasi metodo che inizia con le note più semplici della mano sinistra (Sol-La -Si) in tutte le salse e combinazioni.
Poi ci vorrebbe un po di duetti-trii (ovviamente graduali) per sviluppare la capacità di suonare assieme agli altri e rafforzare il senso ritmico (ci si confonde a suonare assieme).
Dopodichè tanta musica d'insieme con brani fotocopiati di volta in volta.
Naturalmente, come ho detto prima, dipende anche dall'età. I primi mesi sono fondamentali. Dopodichè capisci di che pasta è fatto l'allievo e magari lo indirizzi verso un metodo e libro di studi specifici
 

Nicola

Well-known member
26 Gennaio 2021
96
20
Bentrovati tutti. Leggo questo stuzzicante post che mi invoglia a dire la mia.
Concordo con Rampal.
L'insegnamento deve essere teso a far acquisire all'allievo competenze e questo lo si fa in mille modi, ma sempre tagliati sulla persona che si ha di fronte. Paradossalmente posso dire che è possibile insegnare senza alcun testo di riferimento e addirittura l'insegnante potrebbe inventare lui stesso gli esercizi da far effettuare. Questo perché è meno importante il testo o l'esercizio particolare rispetto al modo con con cui questi vengono affrontati e di conseguenza alla diversa efficacia che si ottiene dalla pratica.
Ho già avuto modo di indicare che tutta la tecnica tradizionale potrebbe essere impartita su pochissimi esercizi (affrontati in maniere differenti), ad esempio tratti dal fondamentale P. Taffanel & Ph. Gaubert "17 Grands Exercices Journaliers de Mécanisme pour flute" ed . Alphonse Leduc.
In linea di massima penso che all'inizio vadano impartite conoscenze che aiutino ad appropriarsi degli elementi base della tecnica e credo che più facilmente si coglie l'efficacia quanto più lo studio è graduale e sereno, ma focalizzato sugli aspetti cruciali quali ad esempio la buona emissione.
L'ideale sarebbe sviluppare attraverso una sommatoria di cose semplici, supportate dalle spiegazioni e dagli approfondimenti dell'insegnate. Naturalmente l'esempio è una delle migliori leve per trasmettere un'idea. E non mi stancherò mai di ripetere che bisogna esercitarsi ascoltandosi costantemente.
Uno dei metodi che sembra rispondere a questa impostazione di gradualità potrebbe individuarsi in Renate Unger "Die Querflote" ed. Breitkopf & Hartel.
Ho maturato queste idee avendo studiato usando il programma ed i metodi antiquati (1938) del vecchio ordinamento. Ricordo che fin da ragazzo ho avvertito l'esigenza di gradualità. Infatti, fino al 2°-3° anno il livello di difficoltà si attestava sul facile/medio e nei metodi degli anni successivi le difficoltà si impennavano, mantenendosi alte per tutto il percorso di studio. Anzi già all'interno dei singoli metodi, usati nei primi anni, gli esercizi proposti presentavano gradi disparati: pochissimi esercizi iniziali erano semplicissimi ed i seguenti subito proponevano gradi di difficoltà più avanzati creando uno scarto di difficoltà rilevante.
Credo che questo sia molto dannoso per il corretto apprendimento. Infatti credo che sia necessario soffermarsi per più tempo su ciascun ostacolo e che l'allievo dovrebbe imparare senza avvertire troppo la difficoltà. Idealmente l'allievo dovrebbe "spontaneamente" migliorare per il semplice fatto che sta accumulando ore di corretta pratica.
 

Marzia Jo

New member
25 Dicembre 2022
4
0
Bentrovati tutti. Leggo questo stuzzicante post che mi invoglia a dire la mia.
Concordo con Rampal.
L'insegnamento deve essere teso a far acquisire all'allievo competenze e questo lo si fa in mille modi, ma sempre tagliati sulla persona che si ha di fronte. Paradossalmente posso dire che è possibile insegnare senza alcun testo di riferimento e addirittura l'insegnante potrebbe inventare lui stesso gli esercizi da far effettuare. Questo perché è meno importante il testo o l'esercizio particolare rispetto al modo con con cui questi vengono affrontati e di conseguenza alla diversa efficacia che si ottiene dalla pratica.
Ho già avuto modo di indicare che tutta la tecnica tradizionale potrebbe essere impartita su pochissimi esercizi (affrontati in maniere differenti), ad esempio tratti dal fondamentale P. Taffanel & Ph. Gaubert "17 Grands Exercices Journaliers de Mécanisme pour flute" ed . Alphonse Leduc.
In linea di massima penso che all'inizio vadano impartite conoscenze che aiutino ad appropriarsi degli elementi base della tecnica e credo che più facilmente si coglie l'efficacia quanto più lo studio è graduale e sereno, ma focalizzato sugli aspetti cruciali quali ad esempio la buona emissione.
L'ideale sarebbe sviluppare attraverso una sommatoria di cose semplici, supportate dalle spiegazioni e dagli approfondimenti dell'insegnate. Naturalmente l'esempio è una delle migliori leve per trasmettere un'idea. E non mi stancherò mai di ripetere che bisogna esercitarsi ascoltandosi costantemente.
Uno dei metodi che sembra rispondere a questa impostazione di gradualità potrebbe individuarsi in Renate Unger "Die Querflote" ed. Breitkopf & Hartel.
Ho maturato queste idee avendo studiato usando il programma ed i metodi antiquati (1938) del vecchio ordinamento. Ricordo che fin da ragazzo ho avvertito l'esigenza di gradualità. Infatti, fino al 2°-3° anno il livello di difficoltà si attestava sul facile/medio e nei metodi degli anni successivi le difficoltà si impennavano, mantenendosi alte per tutto il percorso di studio. Anzi già all'interno dei singoli metodi, usati nei primi anni, gli esercizi proposti presentavano gradi disparati: pochissimi esercizi iniziali erano semplicissimi ed i seguenti subito proponevano gradi di difficoltà più avanzati creando uno scarto di difficoltà rilevante.
Credo che questo sia molto dannoso per il corretto apprendimento. Infatti credo che sia necessario soffermarsi per più tempo su ciascun ostacolo e che l'allievo dovrebbe imparare senza avvertire troppo la difficoltà. Idealmente l'allievo dovrebbe "spontaneamente" migliorare per il semplice fatto che sta accumulando ore di corretta pratica.
Ciao! Sono d'accordo con te sul fatto che l'insegnamento del flauto dovrebbe essere adattato alle esigenze individuali dello studente. Credo che sia importante concentrarsi sugli aspetti cruciali come una buona emissione fin dalle prime fasi dello studio. Sono anche d'accordo sull'importanza di esercitarsi ascoltandosi costantemente, poiché l'ascolto attento può aiutare a sviluppare un suono migliore e una maggiore consapevolezza della propria esecuzione.

Ho avuto l'opportunità di utilizzare diversi metodi di studio nel corso degli anni, e ho trovato che una combinazione di esercizi semplici, spiegazioni dettagliate e l'uso di esempi pratici può essere molto efficace. Sono curioso di dare un'occhiata al metodo di Renate Unger che hai menzionato e vedere come si adatta alla mia pratica.

Penso che sia importante adattare l'insegnamento ai tempi e alle esigenze degli studenti attuali, consentendo loro di progredire gradualmente senza sentirsi sopraffatti dalla difficoltà. Sono interessato a sentire anche l'opinione degli altri membri del forum su questo argomento.
 

Kim

Member
5 Novembre 2022
7
0
grazie a tutti per i suggerimenti. Grazie a @Nicola per la dritta riguardo il metodo di Renate Unger "Die Querflote". Non lo conoscevo. Proverò a dare un'occhiata.
Ho anche visto il tuo libro riguardo la tecnica basata su scala cromatica. Interessante.

Età degli allievi: mista! Scuola media per lo più. Ma anche livello amatoriale scuole superiori (nessuna velleità professionale). Nella mia scuola si fa parecchia musica d'insieme, concerti, e quindi ho l'esigenza di far suonare subito i ragazzi. Tante parti di musica d'insieme che io semplifico per i novizi. Alla fine c'è sempre poco tempo per seguire gli esercizi del libro.

Il Taffanel & Gaubert ovviamente è una pietra miliare. Ma non sarà troppo difficile? Esiste una versione "facilitata" di quel libro di tecnica?

Chiedevo suggerimenti anche per non dover sempre consigliare il solito Trevor Wye.
 

Nicola

Well-known member
26 Gennaio 2021
96
20
Buongiorno.
Intervengo nuovamente e brevemente.
Il materiale didattico a disposizione è infinito e tra questo è possibile scegliere quello che più si accorda al metodo dell'insegnante e al livello dell'allievo.
Mantenendoci sul semplice ricordo i 58 esercizi per flauto di Giuseppe Gariboldi (trovate qualcosa anche su IMSLP).
 

Falaux

Insegnante
Staff Forum
8 Luglio 2019
58
2
grazie a tutti per i suggerimenti. Grazie a @Nicola per la dritta riguardo il metodo di Renate Unger "Die Querflote". Non lo conoscevo. Proverò a dare un'occhiata.
Ho anche visto il tuo libro riguardo la tecnica basata su scala cromatica. Interessante.

Età degli allievi: mista! Scuola media per lo più. Ma anche livello amatoriale scuole superiori (nessuna velleità professionale). Nella mia scuola si fa parecchia musica d'insieme, concerti, e quindi ho l'esigenza di far suonare subito i ragazzi. Tante parti di musica d'insieme che io semplifico per i novizi. Alla fine c'è sempre poco tempo per seguire gli esercizi del libro.

Il Taffanel & Gaubert ovviamente è una pietra miliare. Ma non sarà troppo difficile? Esiste una versione "facilitata" di quel libro di tecnica?

Chiedevo suggerimenti anche per non dover sempre consigliare il solito Trevor Wye.
Ci sono anche tanti metodi moderni che prevedono basi musicali per ogni esercizio. Così l'insegnamento non diventa noioso. Di varie difficoltà.
Io ho anche l'abitudine di rallentare queste basi (che spesso risultano difficili perchè ad una velocità sostenuta) con software gratuiti appositi.